Scoprire la Val di Fassa attraverso un libro fotografico può essere un comodo e completo modo di averne un’idea generale prima di partire.
Questa splendida località di montagna, infatti, conserva storie e tradizioni antiche, come quelle legate al Carnevale Ladino o alle transumanze del bestiame, attualità legata agli sport che vi si praticano, e fascino innegabile legato ai cibi, allo stile di vita e a varie forme d’arte.
Il libro di Anton Sessa, professionista della comunicazione, nato in Germania ma trasferito in val di Fassa da oltre vent’anni, prima informatico, poi fotografo dai vari interessi, dagli eventi sportivi alla natura, dall’astronomia al panorama… questo libro, dicevo, è proprio il modo giusto per innamorarsi della Val di Fassa!
Con l’avvento di internet, Sessa è diventato anche un esperto del mondo web, con siti progettati e nuovi progetti avviati. Oggi vogliamo parlare del suo libro fotografico, fresco di stampa, che si intitola appunto “La Val di Fassa e la sua gente“.
Ma facciamoci spiegare meglio dal suo autore come è nata questa pubblicazione.
– Anton, la Val di Fassa è per te patria d’adozione: cosa ti ha stregato di questo posto?
Sono arrivato in Val di Fassa dall’ormai lontano 1992 e già allora facevo fotografie (in pellicola ovviamente). Ecco, quello che fin da subito mi ha stregato è l’ambiente, il paesaggio, la natura, le montagne … insomma una valle così bella circondata da montagne meravigliose riesce a stregare chiunque, tanto che conosco centinaia di persone che si sono trasferite in valle perché stregate dalle Dolomiti. Quindi da giovane fotografo che ero già allora, non potevo non essere ulteriormente affascinato da una miriade di soggetti da poter fotografare ed ancora oggi, nonostante siano passati quasi 30 anni dai miei primi scatti in Val di Fassa continuo a fotografare le stesse montagne, che non sono mai uguali: ogni giorno, quando mi alzo, il mio sguardo è rivolto verso l’alto per captare nuove forme, luci ed ombre che ispirano bellezza e fascino.
– Sei fotografo da tanti anni ma questo libro rappresenta un compendio delle tue immagini degli ultimi 10 anni. Come hai selezionato gli argomenti?
Henri Cartier Bresson, tra le sue celebri frasi ne disse una: “le prime 10.000 fotografie sono le peggiori”. Ecco faccio mia la sua citazione aggiornandola nell’era digitale, ovvero ribadisco che le prime 100.000 fotografie sono le peggiori! Significa che solo gli ultimi 10 anni della mia fotografia mi sodisfano, e continuo tuttora a trovare difetti nelle mie fotografie. Quindi tra le immagini degli ultimi 10 anni, che nel frattempo sono cresciute a circa un milione di scatti, ho trovato quelle per il mio libro, suddivise poi per argomenti come il fondovalle, le montagne, la gente, la natura, i colori, eccetera, vale a dire una suddivisione mia personale nel vedere la Val di Fassa.
– Come definiresti la tua fotografia?
… Giochi di luci di un istante, colori e forme mutevoli della natura, emozioni tra i maestosi paesaggi dolomitici, espressioni delle persone, il sorriso della gente, i sentimenti delle persone comuni … è questa la mia fotografia.
– Qual è il soggetto più scenografico o emozionante che ti è capitato di fotografare in val di Fassa?
I momenti più emozionanti si hanno quando magari per tutta la notte ha nevicato e sai che il mattino dopo il tempo è bello e sereno. Allora punti la sveglia molto presto quando ancora è buio e con la mia Dolomobile (la mia Land Rover Defender, è così che la definisco!) mi reco in quota, sui passi innevati ad attendere le prime luci dell’alba immerso in un paesaggio completamente innevato … o ancora quando giri nel bosco ed improvvisamente incontri un animale che subito non si accorge della tua presenza per farsi immortalare … O ancora quando osservi il paesaggio che muta con le stagioni, dopo un temporale, al tramonto.
– Quali progetti hai in cantiere?
Dopo anni di fotografie ho deciso di stampare sotto forme originali e diverse le mie immagini. Il primo progetto è stato il mio libro, ma ho già iniziato a stampare le mie foto anche su altri materiali: su Tela (Canvas), su ceramica, su alluminio … in varie forme e su vari supporti. Un progetto originale a cui ci tengo particolarmente e che non si trova in giro sono i “Cubotti Vaia”. Un soggetto particolarmente bello, stampato su plexiglass ed inglobato in un cubo di legno, peraltro legno locale, ecco perché il nome Vaia. (Per scoprire cos’è successo con la Tempesta Vaia guarda il nostro reportage, ndr). All’interno del cubo una luce led accende l’immagine, donandogli un effetto simile alle vecchie diapositive. Altri progetti sono in cantiere e vengono svelati man mano sul mio sito, dove ho attivo un e-commerce per vendere in tutto il paese le mie immagini agli appassionati delle Dolomiti. Naturalmente sono presente anche sui Social Network, in particolare su Facebook ed Instagram. Il mio sito fotografico è DolomitiPic – www.dolomitipic.it ed all’interno trovate appunto oltre alle gallerie dolomitiche anche il mio Shop.
Un secondo progetto è legato alla fotografia che si muove … si è così che definisco i miei video. Realizzare video per un fotografo non è facile, ma il risultato si vede ed è diverso da chi nasce direttamente videomaker, in quanto l’occhio del fotografo combinato al video crea risultati emozionanti. Magari ne riparleremo un’altra volta con Sara Bonfili che è coinvolta in questo progetto e che si chiama DolomitiClip.