Se prima vi ho parlato dell’amore che è in grado di suscitare questa valle in me, ma come in tante altre persone, ora vi racconterò più di preciso la mia esperienza turistica.
La mia esperienza turistica è stata sempre molto piacevole. Non mi sono mai trovato a disagio e non ho mai avuto a che fare con persone scortesi, scontrose e poco inclini a costruire un rapporto col turista.
Studiando turismo ho anche una concezione di turismo un po’, credo, diversa dalle altre persone, sono un turista a cui piace mettere al centro della propria vacanza il lasciare l’auto sempre parcheggiata al posto in cui la ho lasciata al mio arrivo, mi piace fare una vacanza che sia sempre nel rispetto il più possibile dell’ambiente e quindi utilizzo con grande piacere i mezzi del Trasporto Pubblico Locale che sono sempre numerosi e molto frequenti. A volte è capitato di trovarli un po’ pieni, ma è del tutto normale considerando la grande quantità di turisti presenti durante il periodo estivo o invernale che sia.
Se devo fare una considerazione critica, preferisco frequentare la Val di Fassa verso fine stagione o al massimo entro fine luglio perché il periodo successivo dal mio punto di vista è eccessivamente caotico e trafficato e la vacanza non diventa più un grande piacere a contatto con la natura, ma un eccessivo contatto con le persone e poco con la natura perché siamo troppi turisti in quel periodo.
Il bello della montagna è anche recarsi fuori stagione: in Val di Fassa c’è un silenzio e una quiete quasi spettrali e che hanno dell’incredibile per chi è abituato a vivere in città o comunque nei pressi di centri abitati dove sono presenti numerose attività lavorative.
Il periodo autunnale è forse il periodo più bello in assoluto in Val di Fassa, ci sono colori unici e paesaggi altrettanto unici. Nelle stagioni autunnali piovose/nevose e non secche è stupendo vedere e vivere il cambiamento stagionale, come la natura e il paesaggio si trasformano rapidamente.
La Val di Fassa, situazioni di emergenza legate alla pandemia a parte, organizza una enorme quantità di eventi ogni anno durante le diverse stagioni turistiche, ovvero invernale ed estiva. Le stagioni primaverili e autunnali ad oggi sono considerate scarsamente turistiche, ma in realtà se fossero adottate adeguate strategie e adeguamenti dell’offerta potrebbero diventare due stagioni molto interessanti. Sono forse le più belle stagioni in assoluto per quanto riguarda i contrasti di colore sia in fondovalle sia in quota con la natura che va in letargo in autunno e si risveglia in primavera.
L’unica pecca degli ultimi due anni rispetto all’organizzazione di eventi la trovo a Vigo di Fassa in quanto di questa attività non se ne occupa più la Pro Loco (associazione ad hoc per questo genere di attività con fini turistici). Sono rimasto un po’ deluso poiché gli eventi a Vigo sono stati meno in termini numerici e anche meno interessanti rispetto a quello che organizzava la Pro Loco precedentemente quando aveva posto all’attenzione anche temi importanti ed attuali sotto l’aspetto culturale come la meteorologia e tutto il discorso legato al cambiamento climatico.
Un fenomeno che deve essere ben governato e che sta diventando un potenziale “problema” per le comunità locali montane delle Dolomiti è l’overtourism. L’overtourism è quel tipo di fenomeno che si verifica quando c’è un eccesso di turismo/turisti in una zona e il territorio se dal punto di vista economico trae grossi benefici, dal punto di vista ambientale, territoriale, paesaggistico e della comunità locale ha degli effetti negativi. È un “problema” che ha avuto la sua più evidente manifestazione nell’estate 2020 quando code lunghissime di turisti hanno riempito tutto il comprensorio delle Dolomiti. Se tale fenomeno verrà ben gestito dalle amministrazioni competenti nei prossimi anni ripiegando anche verso delle tipologie di turismo più sostenibile, si potrà continuare a tutelare e salvaguardare a piene forze la montagna, il territorio montano e le sue comunità altrimenti si potrebbero avere delle conseguenze, che se troppo gravi, saranno irrimediabili.
Preservare l’identità culturale ladina, preservare l’ambiente e il territorio caratteristico e tipico delle Dolomiti senza che subisca gravi cambiamenti a causa del turismo dovrebbe essere l’obiettivo che si deve trovare in cima alla lista. Un turismo sostenibile e di qualità nel rispetto dell’ambiente, del paesaggio, del territorio in modo che venga preservato e tutelato è più remunerativo e migliore di un turismo di massa che deteriora l’ambiente, va contro la sua tutela e che rischia di cambiare anche l’identità culturale delle comunità locali.
La Val di Fassa è bella come è oggi e deve rimanere tale anche domani e dopodomani a meno che non sia la natura a creare degli stravolgimenti a causa di eventi legati ai cambiamenti climatici. La Val di Fassa come tutto il comprensorio delle Dolomiti e tutte le aree montane vanno tutelate, salvaguardate, protette, difese per l’oggi e per il domani.
Paolo Pierobon