Un gioiello della natura incastonato tra le Dolomiti del Latemar e del Catinaccio
Il lago di Carezza (chiamato in lingua tedesca “Karersee“) è uno specchio d’acqua, che può definirsi un gioiello creato dalla natura, incastonato nell’area a ridosso delle Dolomiti e che rappresenta un caso pressoché unico nel panorama dei laghi con i suoi colori. Il lago infatti è anche chiamato nella lingua ladina “Lec de Ercaboan” cioè “lago dell’arcobaleno”. Si trova a circa 1530 m di altezza in Val d’Ega in territorio altoatesino a 25 km da Bolzano nel comune di Nova Levante, ma anche a pochissimi km dal Passo Carezza/Costalunga, quindi dalla Val di Fassa. Lo specchio lacustre è noto ai più perché acquista una varietà di colori che ricordano da vicino questo fenomeno cosi bello della natura, tanto che proprio per questa sua caratteristica si sono avvicendate diverse leggende, che hanno ravvivato i racconti della popolazione del luogo.
Per il fascino che il lago esercita e per le emozioni che è capace di suscitare di fronte a tanta bellezza, queste strade sono piene di gente specialmente durante il periodo estivo, quando il lago diventa meta di escursioni. Le acque del lago quindi acquistano un colore che va dal verde bottiglia al blu cobalto, passando per il giallo, il rosso, l’azzurro, il viola, e adattandosi sia al paesaggio circostante che alle stagioni e alle fasi della giornata. Il momento più propizio per godere della bellezza massima di questo lago è all’alba o al tramonto.
La bellezza del lago di Carezza è certamente esaltata dalle Dolomiti che si specchiano proprio in queste acque limpidissime. Ci sono infatti le rocce del massiccio del Latemar e del gruppo del Catinaccio che diradano verso il lago ammantati da una fitta vegetazione di pini e abeti che creano un bosco dove è piacevole fare una passeggiata rigenerante.
Il lago di Carezza presenta delle curiose particolarità che riguardano la sua natura. Non ha fiumi emissari che lo alimentino ma l’acqua arriva da fonti sotterranee, che hanno origine dal vicino massiccio del Latemar. Definire le sue dimensioni secondo lunghezza, larghezza e profondità non è facile perché cambiano durante l’arco dell’anno. Nella bella stagione, intorno a giugno-luglio, ha la sua massima estensione a causa dello scioglimento dei ghiacci e raggiunge la larghezza di circa 140 m per una lunghezza di circa 290 m. Sempre nello stesso periodo la sua profondità nel punto massimo raggiunge i 22 m. Nel mese di ottobre invece le sue dimensioni si rimpiccioliscono fino a risultare largo circa 90 m e lungo 150, con una profondità di soli 6 m. La temperatura dell’acqua raggiunge i 13° in estate e i 9° in inverno, periodo durante il quale si ghiaccia. I fondali del lago infatti sono ricchi di flora e di fauna (qui vive e si riproduce il salmerino alpino) e, ancora una volta, sono i colori che attirano l’interesse e l’ammirazione di chi ne vuole scoprire i segreti e il fascino.
A proposito di segreti, come detto, intorno al lago sono nate diverse leggende, la più famosa delle quali è certamente quella della Ninfa Ondina.
Era una bellissima creatura, con lunghi capelli e una voce soave. Con il suo canto pare allietasse i passanti che andavano verso il passo di Costalunga. La ninfa viveva nelle acque del lago ed era molto schiva, tanto da scomparire nei fondali appena qualcuno provava ad avvicinarla. La sua bellezza e la dolce melodia della sua voce fecero innamorare anche uno stregone che viveva in mezzo alle montagne del massiccio vicino. Lo stregone provò in tutti modi a fare colpo su di lei, di avvicinarla o di parlarle ma ogni volta la ninfa si allontanava in fretta tuffandosi nelle acque e facendosi gioco di lui. Lo stregone però non aveva nessuna intenzione di rassegnarsi e, non sapendo più cosa fare si fece consigliare dalla strega del Masaré. La stessa gli suggerì di attirare l’attenzione della bella ninfa creando un arcobaleno che congiungesse il lago di Carezza con la montagna, dove lui abitava. Per evitare che lo riconoscesse gli disse di travestirsi da mercante di gioielli e di riuscire ad avvicinare la ninfa per mostrarglieli. In tal mondo sarebbe riuscito a portarla con se e a farla sua. Lo stregone ne fu subito entusiasta e si adoperò per creare l’arcobaleno più bello che si fosse mai visto. La ninfa ne rimase colpita perché non ne aveva mai visto uno e nella foga lo stregone subito si precipitò al lago con in mano la sua mercanzia in gioielli. Purtroppo per lui dimenticò un particolare fondamentale, cioè quello di travestirsi da mercante e la ninfa Ondina, appena lo riconobbe, si gettò nel lago impaurita. Allora lo stregone, preso da un’ira accecante, cominciò a scagliare pezzi di roccia e a sradicare alberi, e distrusse anche il meraviglioso arcobaleno riducendolo in mille pezzi. Gli stessi frammenti caddero nel lago di Carezza e gli regalarono gli incomparabili colori che ancora oggi sono un vanto dello stesso specchio lacustre.
Proprio per ricordare questa leggenda molto famosa agli abitanti di questi luoghi e ai visitatori, è stata posta in mezzo al lago una statua che rappresenta proprio la bellissima ninfa Ondina.
E’ un luogo incantato dove si uniscono il silenzio intorno rotto soltanto dai suoni della natura che rigenera l’animo e distende i sensi.
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