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I sei giganti – Le Dolomiti Orientali

I sei giganti – Le Dolomiti Orientali

28 Giugno 2018 Anton 0 3638

Fiemme e Fassa sono un condominio. Ciclopici e imprevedibili come tante canne d’organo sono i sei condomini tutti attorno. Riservati, si affacciano al giro di volta della strada che accarezza i fianchi dell’arcipelago di roccia, se è bel tempo sorridono. Sono ospitali, allegri, fantasiosi. Non bussano alla vostra porta, ma fanno festa e sono accoglienti se siete voi ad andare a far loro visita.

Prima di noi sono arrivati in visita, tra gli altri, giovanotti spericolati come Grohmann, il biondo bel viennese che dava del tu alle cime violate oltre i tremila e il conterraneo Paul Preuss, abilissimo precursore dell’arrampicata libera, l’anglosassone Whitwell, il francese Devouassoud. E dal Belgio re Alberto primo e il figlio Leopoldo di Brabante, di soppiatto della corte e della stampa venuti qui a scalare pareti inaccessibili.

Sulle dolomiti si sono dati convegno per due secoli i rappresentanti dell’alpinismo classico di tutt’Europa e hanno lasciato i loro nomi in vetta alle cime spazzate dal vento insieme ai valligiani improvvisatisi guide: un nuovo mestiere da tramandare di padre in figlio.

La Marmolada, la montagna perfetta, la montagna di Ettore Castiglioni, a un tiro di schioppo, anzi ad un tiro di fune: ora si arriva sul balcone panoramico più alto a bordo di cabine gran lusso. Pacificato tra Trento e Belluno, dopo che si sono sfidate per decenni a carte bollate per il confine. Fortuna che le carte e le mappe c’erano: qui fino a cento anni fa era il confine tra l’Italia e l’Impero austro-ungarico. Adesso anche la battaglia per proibire l’atterraggio degli elicotteri è stata vinta. Le aquile ringraziano.

Sassolungo, lo dice la parola, elegante forma allungata, in tedesco Langkofel, parete alta mille metri, superba cresta aerea merlettata. Sono state più svelte le guide alpine di Sesto Pusteria, nel 1869 a portare in cima il mitico Paul Grohmann, il viennese che a ventiquattro anni “con ambedue le mani ha aperto i battenti della storia alpinistica di queste montagne” come ha lasciato scritto Antonio Berti, il medico bolognese che ha dedicato vita, ingegno e impegno letterario alle dolomiti per ricordare il figlio morto sul fronte austriaco.

Catinaccio, Rosengarten per i tedeschi, cioè giardino delle rose. Nasconde la Conca del Principe. Nasconde anche la leggenda di Re Laurino che di un giardino delle rose aveva circondato la sposa, rapita per farla regina dei nani minatori.

Le Pale di San Martino le vedi a sentinella tra i monti velocemente attraversati sulla strada di fondovalle fino a Moena. Da qui il Passo di Valles, la Val Cordévole o Passo Rolle: sono tutti sentieri di pretendenti, resi scorrevoli dal desiderio di imparentarsi con cime slanciate nell’azzurro ventoso riflesso dal ghiacciaio della Fradusta. Cima della Madonna per ingraziarsi il cielo e poi i crodaroli alla giostra per scegliere il vincitore: Cima di Ball ringrazia con un inchino. Il giovane John Ball fondatore dell’Alpine Club dalla nativa Dublino, invaghitosi di questi monti ha sposato Elisa Parolini di Bassano del Grappa, ha salito per primo la Marmolada di Rocca con Victor Tairraz, guida di Chamonix, prima di girare il mondo come sottosegretario alle Colonie del governo di Sua Maestà.

Latemar (accento sulla prima a per i tedeschi, sulla seconda per gli italiani), abbordabile dalla Val di Fiemme o dal Passo di Lavazè, dà la schiena a Bolzano, non può avere complessi di inferiorità: esibisce compiaciuto tre figlie agghindate di giovanile slancio. Presentazione. Prima Torre, l’occidentale, dà la mano alla Seconda Torre volta a nord insieme alla Terza Torre, gemelle. Gli ammiratori di Germania le chiamano Westliche Türme. Christomannos che ha dato il nome ad un’altra Torre conquistata, abbandonata la facoltà di medicina di Innsbruck, si trasferisce a Milano, è lui l’ ideatore della «strada delle dolomiti», che si inerpica nella impressionante Val d’Ega (naturale tunnel dell’orrore di promesse giostre) e, fattosi meranese, realizza nelle dolomiti alcuni tra i più grandi alberghi.

Sella Ronda un giro di giostra intorno a questo blocco monolitico che unisce le tre Province dolomitiche. Circondato dai passi Gardena, Sella, Pordoi e Campolongo, paradiso degli sciatori, su e giù senza togliersi i “legni” grazie ad un carosello funiviario che anche d’estate rende spumeggiante una giornata senza fatica. Gli strati di Raibl, chiedete informazioni, sono lì come un tramezzino moltiplicato per un milione di anni visibile in una policroma sezione naturale delle rocce, l’altr’ieri spiaggia corallina della Tètide, quando Africa ed Europa si scontrarono. Le dolomiti sono la scintilla sprigionata da quell’urto cosmico.

GRUPPI E CIME PRIMI SALITORI ALTRE CIME E VALLI CARATTERISTICHE
LATEMAR

Cimon del Latemar

2846m

Gustav Euringer (D) 17.8.1885

con GB. Bernard di Campitello

Torri occidentali, Schenón, Torre Christomannos, Cornón Rocce rotte nel versante sud.

Verticale la parete nord

SASSOLUNGO 3181m Paul Grohmann (A) 13.4.1869

F. Innerkofler, P. Salcher di Sesto Pusteria

Tra Val di Fassa, Gardena, Alpe di Siusi, Sassopiatto,

Punta Grohmann 3124

Colossale blocco roccioso (2 km) a forma di ferro di cavallo
PALE DI SAN MARTINO

Cimón della Pala 3184m

Ed. Rob. Whitwell (GB) 3.6.1870, con

Santo Siorpaés di Cortina e Christian Lauener (CH)

Cima della Vezzana 3192m, Focobón 3054m,

Sass Maór 2814m,

Punta Santner 2414m

Rocce dolomitiche e calcaree con residui di ghiacciai: Fradusta, Focobón, Ziròcole ecc.
CATINACCIO (Rosengarten)

Cima Catinaccio

2981

Devouassoud,

Tucker e Carson 31.8.1874.

Per la cresta SUD

Santner e Merzbacher 1887.

Per il versante NORD Ampferer e Berger 1899.

Per il versante EST

Hepperberger e Mayrgundter 1926

Tra Fassa e Val d’Ega, Passo di Costalunga; Croda di Re Laurino, Torri del Vaiolet, Punta Emma, Torri del Vaiolet, Torre Winkler, Torre Stabeler, Torre Delago, Sasso di Dona, Dirupi di Larsech «Dolomia dello Sciliar», di colore bianco o roseo, talvolta rossastro, determinato dalle originarie colonie coralline
GRUPPO DEL SELLA

Tra Passo Sella e il Piz de Ciavàzes svettano le quattro TORRI DEL SELLA, numerate da Ovest ad Est

Prima Torre 2533m e Seconda torre 2598m Berger, Ampferer e Hammer 9.8.1899.

Terza Torre 2688 Berger e Franzelin 29.7.1900. Quarta Torre 2605m Häberlein, Bröske e Spilka 25.8.1906

All’incrocio tra le provincie di Trento, Bolzano, Belluno. Tre sottogruppi: Mesules, Pisciadù e Boè Quadrangolare blocco tra i Passi Gardena, Sella, Pordoi e Campolongo.

Pareti attraversate da singolare, evidente cengia ai due terzi della loro altezza

MARMOLADA

Conserva il maggiore tra i ghiacciai perenni. Punta Penia con i suoi 3343m è la più alta di tutte le Dolomiti

Punta Penìa 3343m Paul Grohmann (A) 28.7.1864 con

Angelo e Fulgenzio Dimai di Cortina d’Ampezzo

Delimitato a nord dal torrente Avisio e il Lago Fedaia. Cima raggiungibile dal Passo Fedaia o da Malga Ciapèla. Sottogruppi Padón, Ombretta, Auta, Collàc-Buffaure Monzoni-Vallaccia «Calcare della Marmolada» meno magnesiaco e più solubile della dolomia, donde i rilievi arrotondati. Di roccia eruttiva Padón, Collàc, Auta e Monzoni

Testi Sofia Brigadoi
Foto Anton Sessa

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